Mamma+mamma è l’opera prima di Karole Di Tommaso, presentata alla festa del cinema di Roma nella sezione Alice nella città. Il film racconta il percorso verso la maternità di Ali e Karole, in un’Italia che ancora fatica ad accettare il desiderio di creare una famiglia da parte di due persone dello stesso sesso, malgrado l’amore profondo che le unisce. Fra l’Italia e la Spagna, le due donne affrontano una serie di difficoltà e peripezie per realizzare questo sogno che, inizialmente, sembra solo un pallido miraggio e che il film segue con grande partecipazione, portando lo spettatore a sentirsi totalmente coinvolto.
Oltre al forte legame che unisce le due, molto sentito è anche il rapporto tormentato, sia di rifiuto sia di affetto, che unisce la protagonista, Karole con il suo paese d’origine. Un paesino in pietra, sperduto fra gli ulivi e la campagna assolata, i cui abitanti conducono un’esistenza tranquilla, fatta di ricette tradizionali, canti e messe, del tutto estranea al mondo di punture ormonali e bambini in provetta in cui vive Karole.
Per quanto la donna si senta protetta e al sicuro, nella casa dove è cresciuta, sa bene che si tratta di una sensazione fugace. Il pensiero che i genitori non conoscano davvero la sua vita la tormenta nel profondo e il suo percorso di accettazione verso se stessa e le sue origini procede di pari passo con la progressiva ricerca della maternità.
Il ritorno della protagonista alle sue radici, la sua totale immersione nei luoghi che l’hanno vista bambina è ben descritta dai campi lunghi che delineano una splendida campagna immersa in una luce dorata, agitata da un vento caldo che fa ondeggiare gli ulivi e di cui sembra di sentire addirittura l’avvolgente profumo.
Ma la cinepresa riesce anche a condurre lo spettatore in una dimensione più intima, grazie alle inquadrature che indugiano sui volti delle protagoniste, sui loro sguardi pieni di speranza, sulle loro dita intrecciate e i loro abbracci, portando con discrezione lo spettatore nel loro mondo, nella loro vita fatta di sogni e di coraggio, nonostante le mille difficoltà che si presentano loro davanti.
La regista, nonostante sia alla sua opera d’esordio, è riuscita a creare un intero mondo dietro alla macchina da presa, delineando il ritratto di due protagoniste forti e determinate, che ci sembra quasi di conoscere da molto tempo.
Il profondo interesse nei confronti dell’umanità, in tutte le sue possibili sfaccettature, unito a una regia sapiente e matura, creano una storia affascinante, fatta di colori, suoni e sensazioni che hanno un solo, importante scopo: mostrare l’amore di due persone, disposte ad affrontare il mondo intero per poter coronare il sogno di generare nuova vita.
di Giulia Losi
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